| has abstract
| - The 1948 Constitution of Romania was the first adopted after the establishment of the Communist regime, which it enshrined into law. It was modelled on the 1936 Soviet Constitution and adopted by the Great National Assembly (MAN) on April 13, 1948, being published in Monitorul Oficial the same day. The Romanian People's Republic was defined as a “unitary and sovereign people's state” that “came into being through a struggle led by the people, the working class at their head, against fascism, reaction and imperialism”. It proclaimed the principle of the sovereignty of the people, who “exercises its power through representative organs, elected by universal, equal, direct and secret vote”. In reality, because a single party, the Romanian Workers' Party, controlled all the levers of power, this principle was never put into practice. In a first for a constitutional act in Romania, provisions were introduced dealing with the socio-economic structure of society, indicating the existence of three categories of property: state-owned (“as goods of the entire citizenry”), cooperative and private. The superior nature of state-owned property was spelled out, as was the duty of each citizen to help expand its scope. In order to provide a constitutional basis for the waves of nationalization that were to come, it was provided that “when the general interest demands it, the means of production, banks and insurance societies, which are the private property of physical or juridical persons, may become State property, that is a public good, under conditions provided by law”. The state was to defend “working people” against “exploitation” and to raise their standard of living. The principle of guiding and planning the national economy was introduced, while domestic and foreign trade was regulated and controlled by the state. Regarding rights and freedoms, equality before the law was guaranteed for all citizens, who were also assured the right to vote and be elected, and to work and rest. Minorities were allowed to use their languages in education, and freedom of conscience and of religion were provided for within the framework of state-recognised religions, so long as these did not violate “public security and good morals”. Freedom of the press, of speech and of assembly and association were also included, though any association of a "fascist or antidemocratic character" was explicitly forbidden. In reality, all the rights proclaimed by the constitution were systematically and severely violated in the first years of the Communist regime, which saw the start of repression unprecedented in Romanian history. The ban on associations of "fascist or antidemocratic character" was broadly interpreted to suppress nearly all meaningful opposition. The MAN became the supreme organ of state power, “elected” for a four-year term. Executive power was exercised by a government, answerable for its activities before the MAN and the MAN Presidium. The local organs of state power were the Popular Councils, also elected for four years. As for judicial power, people's associate judges (asesori populari) were granted the right to sit in judgment. The subordination of the judicial system to the Communist authorities was provided for, inter alia, by granting the prosecutor’s office the role of punishing “crimes against the democratic order and liberty, the economic interests, the national independence and the sovereignty of the Romanian State”. The 1948 Constitution, which contained 105 articles in 10 titles, was amended once, in March 1952, and abrogated on September 24, 1952, when a new constitution came into force. Wikisource has original text related to this article:1948 Constitution of Romania (en)
- La Costituzione della Romania del 1948 fu la prima costituzione adottata dopo l'istituzione del regime comunista, che sancì in legge. È stata modellata sulla Costituzione sovietica del 1936 e adottata dalla Grande Assemblea Nazionale (MAN) il 13 aprile 1948, ed è stata pubblicata su lo stesso giorno. La Repubblica Popolare Rumena è stata definita come "stato popolare unitario e sovrano" che "è venuto alla luce attraverso una lotta guidata dal popolo, dalla classe operaia alla loro testa, contro il fascismo, la reazione e l'imperialismo". Ha proclamato il principio della sovranità popolare, che "esercita il suo potere attraverso organi rappresentativi, eletti con voto universale, uguale, diretto e segreto". In realtà, poiché un singolo partito (il Partito dei Lavoratori Rumeno) controllava tutte le leve del potere, questo principio non fu mai messo in pratica. In un primo atto costituzionale in Romania, sono state introdotte disposizioni riguardanti la struttura socio-economica della società, che indica l'esistenza di tre categorie di proprietà: la proprietà statale ("come beni dell'intera cittadinanza"), cooperativa e privata. La natura superiore della proprietà di proprietà statale è stata enunciata, così come il dovere di ogni cittadino di contribuire all'espansione della sua portata. Per fornire una base costituzionale alle ondate di nazionalizzazione che sarebbero seguite, è stato previsto che "quando l'interesse generale lo richiede, i mezzi di produzione, le banche e le società di assicurazioni, che sono proprietà privata di persone fisiche o giuridiche, possono diventare proprietà statale, che è un bene pubblico, alle condizioni previste dalla legge". Lo stato doveva difendere i "lavoratori" contro lo "sfruttamento" e aumentare il tenore di vita. Fu introdotto il principio di guidare e pianificare l'economia nazionale, mentre il commercio interno ed estero era regolato e controllato dallo stato. Per quanto riguarda i diritti e le libertà, l'uguaglianza davanti alla legge è stata garantita per tutti i cittadini, ai quali è stato anche assicurato il diritto di votare ed essere eletti, e di lavorare e riposare. Alle minoranze è stato permesso di usare le loro lingue nell'educazione, e la libertà di coscienza e di religione era prevista nell'ambito delle religioni riconosciute dallo Stato, purché queste non violassero "sicurezza pubblica e buona morale". Sono stati inclusi anche la libertà di stampa, di parola e di assemblea e associazione. In realtà, tutti i diritti proclamati dalla Costituzione furono sistematicamente e severamente violati nei primi anni del regime comunista, quando iniziò la repressione senza precedenti nella storia rumena. La Grande Assemblea Nazionale divenne l'organo supremo del potere statale, "eletto" per un mandato di quattro anni. Il potere esecutivo era esercitato da un governo, responsabile delle sue attività dinanzi alla Grande Assemblea Nazionale. Gli organi locali del potere statale erano i Consigli popolari, anch'essi eletti per quattro anni. Per quanto riguarda il potere giudiziario, ai giudici associati (asesori populari) del popolo è stato concesso il diritto di sedersi in giudizio. La subordinazione del sistema giudiziario alle autorità comuniste è stata prevista, tra l'altro, garantendo all'ufficio del procuratore il ruolo di punire "i crimini contro l'ordine democratico e la libertà, gli interessi economici, l'indipendenza nazionale e la sovranità dello Stato rumeno". La Costituzione del 1948, che conteneva 105 articoli in 10 titoli, fu modificata una volta, nel marzo 1952, e abrogata il 24 settembre 1952, quando entrò in vigore una nuova costituzione. (it)
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