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- With the 1975 reforms the Italian Army abolished the regimental level and replaced it with brigades made up of multiple arms (including for example armour, infantry, and artillery). During the reform the army disbanded 48 regimental commands and reduced its force by 87 battalions. A further ten regimental commands were used to raise ten new brigade commands. Ten training centers, which for traditional reasons had carried the names of regiments, were also disbanded. The reduction in units also allowed to mechanize most of the remaining units in Northern Italy and Italy's defense strategy changed from a hold-at-all-costs territorial defense to one of mobile warfare. The reform was pushed through by General Andrea Cucino. Having become Chief of the General Staff of the Army on 1 February 1975, Cucino, concerned with the number of undermanned and underequipped units, ordered an immediate review of the army's structure. After two months Cucino and his staff presented a plan to restructure the entire army, and having secured an additional 1,100 billion Lire over 10 years to modernize the army's equipment, Cucino ordered the reform to begin with 1 September 1975. By 31 November 1975 the reform concluded and the army's organs, units, doctrine, training, and organization had been thoroughly and radically altered. After the reform operational units were at 93% readiness, with the Armored Division "Ariete" and the Anti-aircraft Artillery Command at 100% readiness. (en)
- La riforma dell'Esercito Italiano del 1975 è stata una delle più radicali che hanno interessato l'Esercito Italiano. La riforma venne promossa dal generale Andrea Cucino, che diventato capo di stato maggiore dell'esercito il 1º febbraio 1975, ordinò una revisione immediata della struttura dell'esercito. Dopo due mesi Cucino e il suo staff presentarono un piano per ristrutturare l'intera forza armata e dopo aver assicurato ulteriori 1.100 miliardi di lire in dieci anni per modernizzare l'equipaggiamento dell'esercito, ordinò che la riforma avesse inizio il 1º settembre 1975 e il 31 dicembre 1975 la riforma era conclusa e gli organi, le unità, la dottrina, l'addestramento e l'organizzazione dell'esercito erano stati radicalmente modificati. Dopo la riforma le unità operative erano pronte al 93%, con la Divisione corazzata "Ariete" pronta al 100% così come il Comando di artiglieria antiaerea. (it)
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- With the 1975 reforms the Italian Army abolished the regimental level and replaced it with brigades made up of multiple arms (including for example armour, infantry, and artillery). During the reform the army disbanded 48 regimental commands and reduced its force by 87 battalions. A further ten regimental commands were used to raise ten new brigade commands. Ten training centers, which for traditional reasons had carried the names of regiments, were also disbanded. The reduction in units also allowed to mechanize most of the remaining units in Northern Italy and Italy's defense strategy changed from a hold-at-all-costs territorial defense to one of mobile warfare. (en)
- La riforma dell'Esercito Italiano del 1975 è stata una delle più radicali che hanno interessato l'Esercito Italiano. La riforma venne promossa dal generale Andrea Cucino, che diventato capo di stato maggiore dell'esercito il 1º febbraio 1975, ordinò una revisione immediata della struttura dell'esercito. Dopo due mesi Cucino e il suo staff presentarono un piano per ristrutturare l'intera forza armata e dopo aver assicurato ulteriori 1.100 miliardi di lire in dieci anni per modernizzare l'equipaggiamento dell'esercito, ordinò che la riforma avesse inizio il 1º settembre 1975 e il 31 dicembre 1975 la riforma era conclusa e gli organi, le unità, la dottrina, l'addestramento e l'organizzazione dell'esercito erano stati radicalmente modificati. Dopo la riforma le unità operative erano pronte al (it)
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